Alimenti ai figli fino a quando

Al momento del divorzio è necessario, come previsto dalla legge, prendersi cura dei propri figli anche quando non si sta più insieme. Ma fino a quando si danno gli alimenti ai figli? Abbiamo già visto come funzione l’assegno di mantenimento, ma fino a quando deve essere erogato ai figli?

Vediamolo insieme in questa guida!

Tra gli argomenti più controversi quando si parla di separazione e divorzio c’è quello relativo al pagamento degli alimenti ai figli

I genitori devono garantire ai figli lo stesso loro tenore di vita e offrire quindi vitto e alloggio, oltre a sostenere le spese necessarie per lo studio e per le loro esigenze relazionali e ludiche. 

In molti casi, il genitore deve continuare a pagare gli alimenti ai figli anche dopo il compimento della maggiore età.

Per questo motivo, è importante capire quali sono i criteri da seguire per la permanenza del diritto a ricevere gli alimenti ai figli e cosa fare nel caso del padre che non paga gli alimenti ai figli.

Quando bisogna corrispondere gli alimenti ai figli maggiorenni

L’art. 337- septies del Codice civile sancisce che il giudice, se le condizioni sussistono, può disporre il pagamento degli alimenti ai figli maggiorenni se non sono indipendenti economicamente.

Secondo il parere espresso da alcuni giudici, è necessario che i genitori paghino gli alimenti ai figli anche se questi sono maggiorenni, ma non hanno raggiunto una stabilità economica. Sarebbe questo elemento, infatti, il discriminante che farebbe venir meno il diritto al mantenimento. 

In realtà, il genitore non deve per forza pagare gli alimenti ai figli maggiorenni se questi sono disoccupati, compatibilmente con il percorso di studi scelto. 

Questo vuol dire, in pratica che, superata una certa soglia di età, il figlio che non studia dovrebbe impegnarsi nella ricerca di un lavoro per avere una propria indipendenza economica e, se ciò non avviene, il genitore non è tenuto al suo mantenimento.

Proprio su quest’ultima questione si è espressa la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 27904/2021: se è vero che l‘obbligo di mantenimento non si estingue in modo automatico con il compimento dei diciotto anni dei figli, va però anche tenuto conto dei percorsi scolastici e formativi, dell’esito degli studi e soprattutto dell’effettivo impegno per la ricerca di un’occupazione lavorativa da parte del figlio.

Inoltre, è stato anche evidenziato che l’inerzia colpevole, come l’attesa o il rifiuto di lavori che non corrispondono alle proprie aspettative, può costituire un valido motivo per far decadere l’obbligo di mantenimento (Cassazione, ordinanza n. 17183/2020).

L’orientamento della giurisprudenza, quindi, è da una parte volto a sottolineare la funzione educativa del mantenimento che spetta ai genitori, ma anche mirato a sostenere l’auto responsabilità e a promuovere la capacità lavorativa dei figli.

Alimenti non pagati ai figli: che cosa succede

Pagare gli alimenti ai figli dovrebbe essere innanzitutto un dovere morale dato che bisogna supportare la loro crescita e dargli uno stile di vita dignitoso. Purtroppo, ci sono casi in cui questo dovere morale e anche giuridico non viene ottemperato. Ma vediamo cosa succede in questi casi. 

Nel caso del padre che non paga gli alimenti ai figli è possibile procedere sia per vie civili che penali, questo ovviamente dovrete concordarlo con il vostro avvocato. 

Infatti, si configurerebbe il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare. Si tratta di un illecito penale dal quale ci si può difendere solo nel caso in cui si dimostri di non avere redditi per motivi non ascrivibili alla propria volontà.

Nel caso di alimenti non pagati ai figli, se si agisce in sede civile, è necessario che vi sia un titolo esecutivo con il quale il Giudice ha stabilito l’importo preciso per il mantenimento. In questo caso, si potranno recuperare gli arretrati attraverso un pignoramento sul conto corrente, sulla busta paga o sulla pensione.