Cartella di pagamento

Cos’è una cartella di pagamento e cosa fare nel momento in cui arriva? Vediamo insieme quali sono i casi in cui arriva una cartella di pagamento e cosa succede se non si paga quanto dovuto. 

La cartella di pagamento è un vero e proprio atto inviato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione per richiedere il pagamento dei debiti ai contribuenti. 

Infatti, questo Ente effettua delle attività di controllo per conto di alcune amministrazioni pubbliche, come l’Inps, e i Comuni, solo per fare qualche esempio e, se riscontra irregolarità nei pagamenti, invia una cartella esattoriale al debitore.

La cartella di pagamento Equitalia, chiamata spesso così dal nome dell’ente che si occupava delle riscossioni fino al 2017, deve riportare per legge alcune informazioni. 

Ad esempio, nella cartella esattoriale che riceve il debitore deve indicare l’importo dovuto, l’intimazione al pagamento entro 60 giorni dalla notifica e le istruzioni su come deve avvenire il pagamento.

Il debitore può pagare il debito anche a rate, può richiedere che venga riesaminata la sua situazione debitoria e presentare ricorso al Giudice per annullare o sospendere la cartella esattoriale. 

Il pagamento rateizzato si può richiedere fino a un massimo di 72 rate, a meno che non ci siano delle oggettive difficoltà di pagamento della sanzione rateizzata in questo periodo. 

In caso di difficoltà (ad esempio, se si ha un reddito molto basso), allora si può accedere a una rateizzazione di 120 rate. 

Cosa succede se non si paga una cartella esattoriale

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione effettua periodicamente dei controlli su alcuni elenchi, detti ruolo, dove vengono inseriti i nominativi dei debitori con le informazioni relative alle somme che devono essere pagate. In seguito alla verifica, viene quindi prodotta la cartella di pagamento per tentare la riscossione dei debiti. 

Il debitore ha tempo 60 giorni dalla notifica della cartella Equitalia per pagare l’importo stabilito o per fare ricorso, ma se ciò non avviene, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può procedere in diversi modi, tramite misure cautelari e conservative o il recupero coattivo del credito e si può arrivare, quindi al pignoramento dei beni mobili, immobili o dei crediti del debitore. 

Inoltre, il mancato pagamento entro i termini previsti delle cartelle esattoriali, comporta anche la maggiorazione dell’importo da pagare con ulteriori spese, come gli interessi di mora che aumentano ogni giorno dalla data di notifica fino al pagamento e gli oneri di riscossione che vengono calcolati in percentuale, dal 3% al 6%.

Le cartelle esattoriali possono andare in prescrizione, ovvero i debiti vengono annullati se è trascorso un certo periodo di tempo che va dai 3 ai 10 anni, in base alla tipologia di obbligazione. 

La data utile per calcolare le tempistiche relative alla prescrizione è il giorno successivo alla notifica della cartella esattoriale.

Saldo e stralcio delle cartelle esattoriali

Con la legge n. 145/2018, è stato previsto il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali. Inoltre, durante il periodo di emergenza sanitaria per Covid-19, è stata promossa dal Governo la rottamazione-ter, un intervento che ha permesso di semplificare la vita dei contribuenti che non erano la regola con il fisco. 

Infatti, con l’art.4 del Decreto Sostegni ha permesso l’annullamento dei debiti fino a 5.000 euro notificati nel periodo dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010 per coloro che avevano dichiarato un imponibile inferiore o pari a 30mila euro annui nel 2019. I debiti relativi a Imu, Tasi, e altre tasse, sono rientrati nella rottamazione-ter. 

É bene sapere che il saldo e stralcio delle cartelle Equitalia è un intervento straordinario a cui lo Stato ricorre solo in caso di situazioni complesse, come la profonda crisi economica e sociale causata dalla pandemia. Con questo intervento, i debitori possono annullare i debiti e risollevare la loro situazione economia e finanziaria. 

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