Legge 104: la guida completa di Giustiziaquotidiana.it

L’ordinamento giuridico italiano attribuisce un’enfasi centrale, a livello costituzionale, alla tutela dei diritti individuali nella società. Un caposaldo fondamentale è rappresentato dall’articolo 3 della Carta Costituzionale, il quale sancisce che tutti i cittadini godono di pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni basate su sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. Questo principio impone allo Stato il dovere di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impedendo il pieno sviluppo della persona umana.

In questo quadro si inseriscono le normative statali, come la Legge 104/1992, volte a dare concreta attuazione ai suddetti principi costituzionali. Tali disposizioni legislative mirano a garantire il sostegno alle persone con disabilità, assicurando loro la piena parità di diritti e dignità, nell’ottica di realizzare un’effettiva uguaglianza sostanziale nel rispetto del dettato costituzionale. Questo approccio rispecchia l’impegno dell’Italia nel perseguire un’eguaglianza delle opportunità per tutti i cittadini attraverso un sistema normativo improntato alla promozione dei diritti umani fondamentali.

Che cos’è la Legge 104?

In questo quadro si inserisce la Legge 104, ufficialmente denominata Legge 5 febbraio 1992, n. 104, che costituisce un pilastro fondamentale nel quadro legislativo italiano per la tutela e l’assistenza delle persone con disabilità. Questa legge quadro è stata introdotta per stabilire principi essenziali legati ai diritti, all’integrazione sociale e all’assistenza delle persone handicappate, delineando un impegno chiaro verso il supporto comprensivo non solo per gli individui affetti da disabilità ma anche per i loro familiari, spesso coinvolti direttamente nella cura. La Legge 104 rappresenta, quindi, una risposta normativa significativa dell’ordinamento italiano, mirata a garantire parità di diritti e dignità sociale per tutti gli individui disabili, assicurando loro un sostegno adeguato e promuovendo un’autentica integrazione all’interno della società.

Lo scopo della legge 104

Le finalità della Legge 104 mirano a instaurare un ambiente inclusivo per le persone con disabilità attraverso principi chiaramente esposti nell’articolo 1 della normativa. Questi obiettivi si concentrano su:

  • Garantire il rispetto della dignità umana e dei diritti delle persone disabili in ogni aspetto della vita sociale, inclusi ambienti familiari, educativi, lavorativi e nella società in generale.
  • Prevenire e eliminare qualsiasi barriera che possa compromettere l’autonomia dei disabili e la piena realizzazione dei loro diritti civili, politici e patrimoniali.
  • Promuovere il recupero totale dell’individuo disabile, laddove possibile, attraverso il supporto di servizi e prestazioni, anche di carattere giuridico-economico.
  • Attuare strategie volte a contrastare e eliminare l’emarginazione dei disabili.

L’approccio adottato dalla Legge 104 enfatizza l’importanza di un’integrazione trasversale dei disabili in tutti i settori della società, dalla vita familiare al mondo del lavoro, passando per i trasporti, le infrastrutture, la sanità, lo sport, e l’educazione, compresi l’istruzione scolastica e la ricerca universitaria. Questa visione olistica sottolinea l’impegno a costruire una comunità accessibile e inclusiva, dove ogni persona disabile può godere di pari opportunità e essere valorizzata come membro attivo della società.

Chi può usufruire e i requisiti della legge 104

La Legge 104 per disabili si rivolge principalmente alle persone con disabilità, definendo specificatamente nel suo articolo 3 il concetto di persona handicappata come individuo affetto da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali, permanenti o in evoluzione, che causano difficoltà di apprendimento, relazionali o di integrazione lavorativa, e che risultano in un svantaggio sociale o emarginazione. Importante è il riconoscimento che questa normativa per disabili estende i suoi benefici non solo ai diretti interessati ma anche ai loro familiari – genitori, coniugi, partner di unione civile e parenti entro gradi specificati – riconoscendo così l’ampio impatto che una disabilità può avere sul contesto familiare.

Per accedere ai sostegni previsti dalla Legge 104, è essenziale il riconoscimento dell’handicap, non solo come una condizione medica isolata ma nel suo impatto sulle capacità socio-lavorative e relazionali dell’individuo. Oltre a questo, alcuni benefici per disabili possono richiedere requisiti aggiuntivi, a seconda della specificità dell’agevolazione in questione. Un’attenzione particolare è data alla “situazione di gravità“, descritta come una condizione in cui la disabilità riduce significativamente l’autonomia personale, richiedendo un supporto assistenziale costante e comprensivo, che diventa un criterio determinante per l’accesso a certe misure di supporto, garantendo priorità nell’assistenza e nei servizi pubblici.

La Legge 104 italiana è applicabile a tutti gli individui residenti o domiciliati stabilmente in Italia, indipendentemente dalla loro cittadinanza o status, assicurando che l’assistenza per disabili e il supporto siano disponibili universalmente a chi ne ha bisogno sul territorio nazionale.

Come funziona la legge 104?

Le procedure e i diritti garantiti dalla Legge 104 includono l’essenziale verifica delle disabilità attraverso apposite commissioni mediche presso le ASL, con il supporto di operatori sociali e medici specialisti adattati al caso specifico. Questo processo inizia con il medico di famiglia del richiedente, che deve compilare e inviare elettronicamente all’INPS un certificato (modello cod.SS3), attestando la disabilità della persona interessata e dettagliando le relative condizioni mediche.

Per procedere, l’interessato deve inoltrare una domanda di “accertamento dell’handicap” all’INPS, un passaggio cruciale per accedere alle agevolazioni previste dalla normativa. La presentazione della domanda si effettua esclusivamente online attraverso il sito dell’INPS, sia autonomamente sia con l’assistenza di patronati. Alternativamente, è possibile utilizzare il Contact Center INPS, accessibile tramite numero verde da rete fissa o numero a pagamento da mobile.

Dopo l’invio della domanda, il richiedente riceverà, entro 30 giorni (o 15 giorni in caso di patologie oncologiche), una convocazione per la visita presso la commissione medica ASL. Durante questa visita, è necessario presentarsi con un documento d’identità valido, il certificato rilasciato dal medico di famiglia e qualsiasi altra documentazione medica disponibile, al fine di completare l’iter di accertamento richiesto per l’attivazione delle tutele previste dalla Legge 104.

La visita con la commissione medica

Dopo l’analisi dei documenti presentati, la Commissione Medica ha il compito di determinare lo stato di disabilità del richiedente. Tale stato può essere riconosciuto come:

  • Definitivo, nel caso in cui la condizione patologica sia considerata irreversibile o in peggioramento, senza previsioni di ulteriori controlli futuri.
  • Rivedibile, prevedendo la possibilità di una nuova valutazione a una data successiva.

Una volta conclusa l’analisi, viene compilato un verbale attraverso il quale la commissione esprime il suo giudizio riguardo alla richiesta di riconoscimento della disabilità. Questo documento viene poi inviato dall’INPS al richiedente. In caso di rifiuto, è possibile avanzare un ricorso presso le autorità giudiziarie competenti.

Secondo quanto stabilito dal Decreto Legislativo n.324/1993, la commissione medica deve esprimersi entro 90 giorni dalla ricezione della domanda. Dopo questo periodo, il certificato medico inviato perde di validità. Se non viene presa una decisione nei primi 45 giorni in situazioni di gravità, per accedere a agevolazioni e permessi lavorativi come specificato negli articoli 21 e 33 della Legge 104 e l’articolo 42 del D.lgs. n. 151/2001, gli accertamenti possono essere effettuati in modo provvisorio da uno specialista della patologia indicata o da specialisti delle patologie menzionate, appartenenti all’ASL di riferimento. Questo accertamento provvisorio rimane valido fino all’emissione del verdetto definitivo dalla commissione, assicurando che il processo di riconoscimento della disabilità sia gestito con efficienza e tempestività.

Le agevolazioni che porta in dote la legge 104

L’integrazione rappresenta il nucleo centrale della Legge 104, che prevede svariate agevolazioni destinate alle persone disabili. La legislazione stabilisce principi fondamentali:

  • Per l’integrazione scolastica, garantendo un’adeguata educazione e formazione per i disabili (articoli 12-17).
  • Per promuovere l’inserimento nel mondo del lavoro (articoli 18-22).
  • Per eliminare le barriere architettoniche e migliorare la mobilità e la comunicazione (articoli 23-29).
  • Per semplificare l’assistenza ai disabili (articolo 33).

I beneficiari della Legge 104 hanno diritto a detrazioni fiscali del 19% e all’applicazione dell’IVA agevolata al 4% sull’acquisto di ausili tecnici e informatici, come modem, computer, dispositivi per la telefonia, sistemi di domotica domestica, e altri strumenti che migliorano la qualità della vita dei disabili. Esistono inoltre specifiche agevolazioni per le spese mediche e l’acquisto di veicoli.

Per accedere a queste agevolazioni, è essenziale avere una certificazione di disabilità rilasciata dalla commissione medica ASL di competenza. Possono usufruirne direttamente i disabili o i familiari che li hanno fiscalmente a carico, assicurando così supporto e facilitazioni mirate a migliorare l’integrazione sociale e la vita quotidiana delle persone con disabilità.

Questione permessi in dote con la legge 104

I permessi retribuiti concessi dalla Legge 104 costituiscono una delle agevolazioni più rilevanti per le persone disabili e i loro assistenti, come indicato all’articolo 33, comma 3. Questi permessi assicurano la possibilità di astenersi dal lavoro mantenendo la retribuzione e la copertura contributiva. Il D.lgs n. 105/2022, recependo la Direttiva Europea 2019/1158 e in vigore da agosto 2022, ha introdotto importanti novità in merito a questi permessi, ampliandone l’accessibilità e le condizioni di utilizzo.

I soggetti aventi diritto a questi permessi includono:

  • Persone disabili in situazione di gravità.
  • Familiari che assistono una persona con disabilità grave, inclusi coniugi, genitori (biologici o adottivi), e parenti o affini entro il secondo grado, con una possibile estensione al terzo grado in circostanze particolari.

La legge Cirinnà (n. 76/2016) e le decisioni della Corte Costituzionale hanno esteso l’accesso ai permessi anche ai conviventi di fatto e alle parti dell’unione civile, evidenziando l’importanza sociale di queste misure.

Per quanto riguarda la misura dei permessi, l’articolo 33 e le indicazioni dell’INPS specificano che è possibile scegliere tra:

  • 2 ore giornaliere o 3 giorni mensili di permesso, con la possibilità di frazionamento in ore. Questa opzione si applica ai lavoratori disabili gravi e ai genitori di bambini disabili, con variazioni in base all’età del figlio che influenzano anche il diritto al prolungamento del congedo parentale.

In aggiunta, i coniugi, le parti dell’unione civile, i conviventi di fatto, e i parenti di persone disabili gravi possono usufruire di 3 giorni mensili di permesso, frazionabili in ore.

Una significativa innovazione è rappresentata dalla possibilità, per i lavoratori che usufruiscono dei permessi per sé o per assistere un familiare disabile grave, di ottenere la priorità nell’accesso al lavoro agile come previsto dalla legge n. 81/2017. Questa modifica mira a facilitare l’integrazione lavorativa e la gestione delle esigenze di cura, confermando l’impegno verso un supporto concreto alle persone disabili e ai loro familiari.

i requisiti minimi per ottenere i permessi con la legge 104

Per accedere ai permessi retribuiti previsti dalla Legge 104, è necessario soddisfare determinati requisiti. Questi criteri si applicano sia ai disabili che richiedono i permessi per sé stessi sia ai familiari o ai soggetti che li assistono, come definito dalla normativa. Gli elementi chiave includono:

  • Il riconoscimento dello stato di handicap in situazione di gravità, come attestato dall’articolo 3, comma 3, della Legge 104/92, certificato dalla commissione medica ASL competente.
  • La condizione di lavoratore dipendente, con l’esclusione dei lavoratori parasubordinati e autonomi, degli addetti ai lavori domestici e dei lavoratori agricoli occupati a giornata.
  • La necessità che il disabile non sia ricoverato a tempo pieno (24 ore su 24) in una struttura sanitaria.

L’INPS, nella circolare n. 32/2012, ha fornito chiarimenti per situazioni particolari in cui il disabile in situazione di gravità, pur essendo ricoverato, necessiti di uscire dalla struttura per visite o terapie specifiche, si trovi in stato vegetativo o in fin di vita, o vi sia una certificazione medica che ne attesti la necessità di assistenza. In questi casi eccezionali, è possibile richiedere i permessi retribuiti per assistere la persona disabile.

Si possono prendere più permessi per assistere persone diverse?

L’articolo 33, comma 3, della Legge 104, recentemente aggiornato, affronta la situazione in cui un lavoratore deve assistere contemporaneamente più soggetti disabili in condizioni di gravità. Questa disposizione consente al lavoratore di usufruire dei permessi non solo per assistere un singolo familiare disabile ma estende la possibilità a più soggetti disabili, mantenendo il limite massimo di tre giorni di permesso per ciascuno di essi.

È importante sottolineare che l’accesso a questi permessi supplementari è vincolato a specifiche relazioni familiari con il disabile: possono beneficiarne i lavoratori che assistono coniugi, partner di unione civile, conviventi di fatto, parenti o affini fino al primo grado, estendendo eccezionalmente al secondo grado nei casi in cui i genitori, il coniuge, il partner dell’unione civile o il convivente di fatto del disabile in situazione di gravità abbiano superato i 65 anni di età, siano affetti da patologie invalidanti, siano deceduti o assenti. Queste precisazioni si basano sull’aggiornamento legislativo apportato dal D.lgs n. 105/2022 e sulle circolari INPS n. 39/2023 e n. 32/2012, che forniscono le linee guida per l’interpretazione e l’applicazione di questa importante misura di supporto.

Come fare domanda per usufruire della legge 104?

Per usufruire della Legge 104, che riguarda l’assistenza e i diritti delle persone con disabilità grave, è fondamentale seguire una serie di passaggi precisi. Prima di tutto, è necessario compilare correttamente la domanda, fornendo tutte le informazioni richieste e allegando la documentazione necessaria che attesti la condizione di disabilità. È importante rivolgersi all’ufficio competente del proprio Comune o ASL per ottenere il modulo specifico e ricevere eventuali indicazioni aggiuntive.

Una volta completata la domanda, è consigliabile presentarla di persona presso l’ente competente, assicurandosi di ricevere una ricevuta di consegna. Successivamente, è fondamentale monitorare lo stato della pratica e, se necessario, fornire ulteriori documenti o informazioni richieste. Infine, è opportuno informarsi riguardo ai tempi di attesa e agli eventuali ulteriori adempimenti una volta ottenuta l’approvazione. Seguire attentamente questi passaggi è essenziale per garantire una corretta gestione della domanda e per usufruire dei benefici previsti dalla Legge 104.

Come richiedere i permessi e i benefici previsti dalla legge 104?

Così come per la domanda dei benefici previsti dalla Legge 104, l’ottenimento dei permessi richiede la presentazione telematica della domanda all’INPS. Grazie agli aggiornamenti della piattaforma telematica, che rispecchiano le novità legislative, l’INPS ha fornito le nuove linee guida operative nella circolare n. 39/2023. Di seguito, le azioni consigliate per inoltrare la domanda:

  • Accedere alla piattaforma dell’INPS utilizzando SPID o PIN, selezionando il servizio di “Invio OnLine di Domande di Prestazioni a Sostegno del Reddito” per trovare la voce adatta alle proprie esigenze.
  • Avvalersi dell’aiuto di intermediari abilitati, come i Patronati.
  • Contattare il Contact Center Multicanale dell’INPS al numero verde 803164 da telefono fisso o al 06164164 da cellulare per chi chiama da mobile.

Per completare la domanda, è necessario allegare la certificazione medica rilasciata dal medico di base che attesti la disabilità in situazione di gravità, così come certificato dalla commissione ASL competente, o fornire una certificazione provvisoria se richiesto.

Specifiche per i lavoratori agricoli a tempo determinato con contratto stagionale includono la necessità di presentare all’INPS il modello di domanda e il MOD. HAND AGR per ogni mese di interesse.

Nel caso di disabili figli adottati, è necessario allegare documentazione che comprovi la data di ingresso nella famiglia, inclusi dettagli come data di adozione/affidamento, ingresso in Italia, e riferimenti al provvedimento giudiziario.

È prassi inviare una copia della domanda di permessi retribuiti anche al proprio datore di lavoro, per sua conoscenza.

Con la circolare n. 39/2023, l’INPS chiarisce in dettaglio le procedure per ogni tipo di permesso richiesto, assicurando una corretta gestione della pratica.

Il preavviso da dare al datore di lavoro

Il testo della Legge 104 non specifica dettagliatamente le modalità di preavviso che il lavoratore deve fornire al datore di lavoro quando intende usufruire dei permessi retribuiti per assistere una persona disabile. Tuttavia, in risposta a un’interpellanza presentata dall’associazione Nazionale di Cooperative di Consumatori, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha trattato questa tematica, sottolineando l’importanza di bilanciare il corretto svolgimento delle attività aziendali con il diritto all’assistenza del disabile.

Nell’interpello n. 31/2010, datato 6 luglio 2010, si afferma che è considerato accettabile da parte del datore di lavoro richiedere una pianificazione dei permessi, idealmente su base settimanale o mensile, a condizione che:

  • Il lavoratore che assiste il disabile possa prevedere in anticipo i giorni in cui si assenterà.
  • Tale pianificazione non pregiudichi il diritto del disabile a ricevere un’assistenza effettiva.

L’obiettivo di questa programmazione è assicurare che l’attività produttiva dell’impresa possa proseguire senza intoppi, garantendo al contempo il diritto all’assistenza del disabile. È fondamentale, comunque, che le urgenti necessità di assistenza del disabile abbiano la priorità rispetto alle esigenze aziendali, riaffermando il principio che il benessere del disabile deve prevalere sulle necessità operative dell’impresa.

Legge 104 e pensione anticipata, quale verità?

Per i disabili e i fruitori della Legge 104, esistono specifiche misure che consentono di anticipare l’uscita dal mondo lavorativo rispetto ai tradizionali requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla normativa pensionistica. Tra queste, si distinguono l’APE Sociale e il pensionamento anticipato per lavoratori precoci.

L’APE Sociale, introdotta in via sperimentale nel 2017 e successivamente prorogata fino al 31 dicembre 2021 dalla legge di bilancio, rappresenta un’opzione di anticipo pensionistico che prevede l’erogazione di un’indennità mensile da fruire fino al raggiungimento dell’età pensionabile. L’accesso a questa misura è riservato ai lavoratori in condizioni di disagio sociale che, al momento della domanda:

  • Siano disoccupati in seguito a licenziamento, dimissioni volontarie o altre cause di fine rapporto lavorativo.
  • Abbiano compiuto 63 anni.
  • Posseggano un’anzianità contributiva di almeno 30 anni, estendibili a 36 in caso di lavori gravosi.
  • Non beneficino già di una pensione diretta.

Inoltre, possono accedere all’APE Sociale coloro che:

  • Assistono un familiare disabile grave da almeno sei mesi.
  • Hanno una riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%, accertata da commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, e un’anzianità contributiva di almeno 30 anni.

Per quanto riguarda il pensionamento anticipato dei lavoratori precoci, questa opzione è dedicata a coloro che hanno accumulato almeno 12 mesi di contributi effettivi prima del compimento del 19° anno di età. Questi lavoratori possono accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi, a condizione che raggiungano tale soglia entro il 31 dicembre 2026 e soddisfino uno dei seguenti criteri:

  • Avere un’invalidità superiore o uguale al 74%.
  • Assistere un familiare disabile grave da almeno sei mesi.
  • Avere svolto attività lavorative particolarmente onerose, come definite dal decreto legislativo n. 67 del 21 aprile 2011 e dal decreto del Ministro del Lavoro del 19 maggio 1999.

Queste misure sono state introdotte per facilitare l’accesso alla pensione a coloro che si trovano in situazioni di particolare difficoltà, offrendo un sostegno concreto e riconoscendo il valore dell’assistenza fornita ai disabili gravi.

L’agevolazione della legge 104 per l’acquisto di un veicolo

Le agevolazioni per l’acquisto di veicoli destinati alle persone disabili sono un elemento cruciale per promuovere l’autonomia e migliorare la qualità della vita, eliminando le barriere alla mobilità. Queste misure includono:

  • Una detrazione fiscale del 19% sul costo di acquisto dei mezzi di trasporto, applicabile a un solo veicolo per un valore massimo di 18.075,99 euro. Ogni spesa eccedente questa cifra non beneficerà della detrazione.
  • Un’aliquota IVA ridotta al 4% sull’acquisto del veicolo, per supportare l’acquisto a un costo minore.
  • L’esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo sull’auto, che varia a seconda della regione di residenza. La richiesta deve essere inoltrata all’ufficio tributi della Regione, all’Agenzia delle Entrate, o all’ACI. Una volta riconosciuta, l’esenzione è valida permanentemente senza bisogno di rinnovi.
  • L’esenzione dall’imposta di trascrizione sui passaggi di proprietà presso il PRA, da richiedere all’ufficio PRA competente.

Queste agevolazioni sono specificatamente dirette a persone disabili in situazione di gravità, inclusi:

  • Individui con handicap psichici che ricevono l’indennità di accompagnamento.
  • Persone con gravi limitazioni alla deambulazione.
  • Individui affetti da cecità o sordità (quest’ultimo gruppo non beneficia dell’esenzione dall’imposta dovuta al PRA).
  • Persone con ridotte o impedite capacità motorie.

Anche i familiari dei disabili fiscalmente a carico possono usufruire di questi benefici.

L’Agenzia delle Entrate specifica che l’agevolazione dell’IVA ridotta per veicoli destinati ai disabili con capacità motorie ridotte o impedite, introdotta con la Legge n. 97/1986, era inizialmente riservata a chi possedeva una patente speciale. Questa restrizione è stata rimossa nel 1997 con la legge n. 449, estendendo l’agevolazione a tutti i disabili con ridotte o impedite capacità motorie permanenti, applicando un’IVA al 4% su auto nuove o usate entro certi limiti di cilindrata e potenza.

Per beneficiare degli sgravi fiscali, al momento dell’acquisto è necessario presentare:

  • Il verbale di accertamento di handicap grave ai sensi della Legge 104, rilasciato dalla commissione medica.
  • Il verbale della commissione medica che attesta l’invalidità civile e attribuisce l’indennità di accompagnamento.

Congedo straordinario Legge 104

Il Congedo straordinario è una misura prevista dall’articolo 4, comma 2, della Legge n. 53/2000, che consente ai dipendenti, sia nel settore pubblico che in quello privato, di assentarsi dal lavoro per motivi familiari gravi e documentati fino a un massimo di due anni. Durante questo periodo, sebbene il dipendente mantenga il posto di lavoro, non ha diritto alla retribuzione e non può svolgere alcuna attività lavorativa. Il congedo non influisce sull’anzianità di servizio né ai fini previdenziali, ma offre la possibilità di riscattare i contributi mediante la prosecuzione volontaria.

La Legge 104/92, in combinazione con il D.lgs. 151/2001 aggiornato dal D.lgs. n.105/2022, estende la priorità di accesso al congedo straordinario a diverse categorie di soggetti che assistono persone disabili in situazione di gravità, includendo:

  • Coniugi conviventi, parti dell’unione civile, conviventi di fatto, genitori (anche adottivi o affidatari) e, in determinate condizioni, figli e fratelli o sorelle conviventi, oltre ai parenti o affini entro il terzo grado conviventi, nel caso in cui altri familiari siano assenti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.
  • Viene considerata anche la situazione in cui la convivenza sia stata stabilita dopo la richiesta del congedo, purché sia mantenuta per tutta la sua durata.

La domanda per il congedo straordinario deve essere inoltrata all’INPS telematicamente, con l’assistenza di un patronato se necessario, e una copia deve essere fornita al datore di lavoro. L’INPS comunicherà l’esito al richiedente.

L’obiettivo del congedo straordinario è fornire assistenza a persone disabili in situazione di gravità, con alcune specifiche:

  • Il lavoratore può fruire del congedo entro 60 giorni dalla richiesta, per un periodo massimo di due anni, considerato complessivamente tra tutti i diritti ed in relazione a ogni singola persona con disabilità grave.
  • L’importo dell’indennità è calcolato sulle voci fisse della retribuzione dell’ultimo mese di lavoro precedente al congedo e non può superare una soglia annua, rivalutata annualmente in base agli indici ISTAT.
  • Il periodo di congedo beneficia di contribuzione figurativa, con l’indennità usualmente anticipata dal datore di lavoro.

A differenza dei permessi retribuiti, il congedo straordinario non è ammesso se il disabile è ricoverato a tempo pieno in strutture sanitarie e può essere concesso solo a un lavoratore per la stessa persona disabile. Esiste una deroga per i genitori che possono alternare l’uso del congedo e dei permessi retribuiti, purché entrambe le misure siano finalizzate all’assistenza del figlio disabile in situazione di gravità.

Spese mediche e visite sostenute dalla legge 104

Nell’ambito delle disposizioni fiscali vantaggiose per le persone con disabilità, l’Agenzia delle Entrate mette in evidenza una serie di benefici e sgravi applicabili alle spese mediche. Questi includono la deducibilità dal reddito complessivo di determinate spese mediche sia per il disabile sia per i familiari a carico. Tra le spese ammissibili si annoverano:

  • Spese mediche generiche: quali quelle sostenute per servizi di medici generalisti e l’acquisto di medicinali.
  • Spese di assistenza specifica: riferite all’assistenza erogata da personale qualificato come infermieri, operatori socio-sanitari, fisioterapisti, educatori professionali e personale addetto alle attività di animazione e terapia occupazionale.

L’Agenzia precisa inoltre che:

  • Sono deducibili le spese legate a ippoterapia e musicoterapia, a patto che queste siano prescritte da un medico e realizzate in centri specializzati da personale medico o sanitario specializzato.
  • Nel caso di ricovero in istituti di assistenza, è possibile dedurre solo quelle parti della retta che coprono le spese mediche e le spese paramediche legate all’assistenza specifica, escludendo il costo totale del soggiorno.

Per quanto concerne la detrazione dall’IRPEF sulle spese mediche, è importante distinguere tra:

  • Spese per visite specialistiche, analisi particolari e prestazioni chirurgiche, che permettono una detrazione del 19% sulla parte che eccede i 129,11 euro.
  • Spese integralmente detratte al 19%, senza limitazioni di importo, che includono il trasporto in ambulanza del disabile, i servizi di trasporto forniti da ONLUS o altri soggetti debitamente fatturati, l’acquisto di poltrone per inabili e dispositivi medici essenziali per l’accompagnamento, la deambulazione, la locomozione e il sollevamento delle persone con disabilità.

La risoluzione n. 79/E del 2016 specifica che, per i disabili in situazione di gravità, la deduzione delle spese mediche e di assistenza specifica si basa esclusivamente sulla certificazione rilasciata ai sensi della legge n. 104/1992, facilitando l’accesso a questi importanti sgravi fiscali.